I protagonisti delle fiabe irlandesi


L'Irlanda è un territorio che si estende lungo territori sostanzialmente ostili, circondato dal mare e dall’Oceano Atlantico; territorio aperto ai venti, alle correnti e al volere della natura. Questo ha contribuito a dar vita ad una civiltà che ha vissuto in forte contatto con la propria natura (ha, per certi aspetti, delle similitudini con il Giappone). In questo ambiente, la fiaba era rivolta soprattutto a superare le paure che fenomeni naturali ostili potevano suscitare e a comprenderli, trasformandoli in personaggi, spiriti, folletti, fate, gnomi, in goblin e in leprecauni.
Raccontate di notte, in territori dove l’oscurità ricopre gran parte del giorno, folletti e fate potevano “illuminare” gli animi e confortarli; allo stesso tempo, gli stessi folletti potevano avere le caratteristiche dell’oscurità, del pericolo e del malvagio.
 Ed è proprio questo mondo che ritroviamo nelle fiabe che, ancora oggi, possiamo leggere grazie a studiosi che le hanno selezionate, trascritte e tramandate. Tra questi studiosi non possiamo non ricordare William Butler Yeats (1865 – 1939) con la sua raccolta Fairy and Folk Tales of the Irish Peasentry (1888).
Il Leprecauno
E nella prefazione scrive a proposito del mondo fantastico celtico: “[…] perfino un giornalista crederà nei fantasmi se lo attirate dentro un cimitero a mezzanotte, perché siamo tutti visionari se andiamo a scavare nel profondo. Ma il Celta è un visionario, senza bisogno di scavare”.
Il Leprecauno
Il nome deriva dal gaelico “leath bhrogan” che significa “calzolaio”, attività che la piccola creatura svolge magistralmente. E, bisogna aggiungere che, tra il nutrito popolo degli elfi, degli gnomi e folletti, il leprecauno è l’unico che ha un lavoro e tra i suoi clienti, le fate. Ha l’incarico di custodire i tesori, di solito monete d’oro, custoditi in pentole d’oro collocate alla fine dell’arcobaleno. Ma un difetto lo ha anche il leprecauno, infatti, capita spesso che approfitti di un sorso di potcheen e sia difficile trovarlo sobrio. E’ piccolo, con vestiti verdi  ed un cappello con fibbia; con barba rossa, una pipa in terracotta e scarpe con fibbia.
Furbo e vivace, porta con sé 2 monete che egli usa per ingannare i malintenzionati: la prima, d’argento, ritorna nel suo borsellino ogni volta che viene spesa da chi se ne è impossessato; la seconda, d’oro, si trasforma in cenere, foglie secche o in un sasso. Hanno una loro gerarchia ben precisa:
1.Figlio del Crepuscolo è il capo, colui che guida la propria razza, è custode delle tradizioni. Il suo compito è quello di proteggere i membri della comunità e prendere decisioni fondamentali per la comunità.
2. Secondo Crepuscolo il vice,  fa le veci del capo in sua assenza, ha il compito di trasmettere ai membri più giovani tutto il sapere e le tradizioni e può essere consultato dal capo.
3.Primo Crepuscolo è il leprecauno anziano, protegge le conoscenze e le tradizioni della razza e le trasmette ai membri più giovani.
4. Nuovo Sole è il membro più giovane della comunità.
5. Sole Calante è il rinnegato, colui o colei che ha deciso di allontanarsi dal resto della comunità, poiché il proprio ego ha fatto sì che si comportasse male in più occasioni.



La Banshee
Il nome gaelico “bean-sidhe”, da ban - donna- e shee -fata, indica una fata, ossia una creatura che, secondo la leggenda, è un angelo caduto.
Figura lugubre, il cui sinistro ululato, annuncia la morte imminente di un membro delle 5 casate anticamente più rinomate d’Irlanda: O’Neill, O’Grady, O’ Brien, O’Connor e Kavanagh.  Si presenta avvolta da un lungo mantello grigio con cappuccio (può assumere però anche l’aspetto di una fanciulla gentile o di una matrona); è conosciuta in alcune zone d’Irlanda come “bean-nighe” cioè “lavandaia”, in quanto è stata spesso vista nell’atto di lavar via le macchie di sangue dagli abiti di coloro che stanno per morire.
Il Changeling
Le fate irlandesi hanno l’abitudine di sostituire i loro neonati (brutti e deformi, spesso zoppi e gobbi) con neonati umani più belli d’aspetto. Il sostituto, così abbandonato - chiamato changeling - non ha vita lunga, ma nei suoi pochi anni ne combina veramente parecchie. Strilla e pianti continui, una fame insaziabile, e, soprattutto, con la tendenza ad attirare la sfortuna e le disgrazie sulla casa dei malcapitati genitori adottivi. In compenso sa suonare magistralmente il flauto di latta o la cornamusa irlandese.
Il Goblin
Sono di carattere malvagio, sono spesso dei ladri e tra i loro compagni di avventure ci sono i morti. Si presentano spesso con aspetto bestiale. Usano frutti proibiti del regno delle fate per attirare le loro vittime. I goblin sono rappresentati come piccole creature, simili all’uomo, dalla pelle marrone chiaro, ma che può variare dall'arancio al rosso scuro, e dai lineamenti appuntiti. Si presentano spesso in gruppo a cavallo di mostruosi pipistrelli, felici di lanciare zucche marce alle povere vittime.

Commenti

  1. Non conoscevo nel dettaglio i protagonisti delle fiabe irlandesi, è stata proprio una bella lettura!

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