Pinocchio illustrato


1. Ugo Fleres (1881)
La prima illustrazione de Le Avventure di Pinocchio vede Pinocchio impiccato ed è firmata da Ugo Fleres (fig.1) Come dire che le “avventure” iniziano con la morte. In realtà, il libro era stato terminato da Collodi con la morte di Pinocchio alla grande quercia ed è solo per l'insistenza dell'editore del Giornale per i bambini che Collodi decise di far resuscitare Pinocchio e continuare il romanzo.


2. illustrazione di Enrico Mazzanti

La prima edizione del libro (1883) Le Avventure di Pinocchio edito da Felice Paggi è invece illustrato da Enrico Mazzanti, amico e collaboratore di Collodi. (fig.2)
3. Illustrazione di Carlo Chiostri
4. Attilio Mussino


















Alla decima edizione insieme ai disegni di Mazzanti, appariranno le illustrazioni di Giuseppe Magni. Alla XVIII edizione, nel 1901 esce il Pinocchio disegnato da Carlo Chiostri (fig.3). Chiostri dà per primo un’immagine completa e definitiva al burattino di Collodi. In una delle tante edizioni illustrate dal Chiostri, in copertina, aveva fatto il suo esordio Attilio Mussino (fig.4). Mussino nell’edizione del 1911, userà il colore, allestendo delle vere e proprie scene cinematografiche; sarà, questa di Mussino, l’edizione considerata l’”edizione principe” del XX secolo. Nel 1921 un’ennesima edizione conterrà 23 disegni di Sergio Tofano. Il successo di Mussino non fu replicato e il Pinocchio di Tofano non fu più riproposto. 
Arriviamo al 1939 e anche questi sono anni duri per un personaggio come Pinocchio: la casa editrice Bemporad è stata costretta a cambiare nome in Marzocco per le leggi razziali e, per Pinocchio, i brutti tempi erano incominciati una quindicina di anni prima, quando Alberto Mottura aveva riscritto Nuove straordinarie avventure del celebre burattino (Come le narrerebbe oggi il Collodi ai Balilla d’Italia) illustrato da Filiberto Scarpelli.  Con l’avvicinarsi della seconda guerra mondiale la casa editrice Marzocco (ex Bemporad) smette di detenere i diritti esclusivi delle Avventure di Pinocchio.
5. di Leonardo Mattioli, 1955
Gli anni cinquanta portano nuovi problemi: l’editoria per ragazzi si deve confrontare con i nuovi mezzi come il cinema, la radio, ma soprattutto la televisione. C’è il diffondersi di un’editoria di pronto consumo, senza tante pretese culturali (sbaglio o c’è anche adesso?). Da ricordare, in questi anni “scellerati” le illustrazioni di Leonardo Mattioli per la casa editrice Vallecchi (1955, fig.5)  
6. Pinocchio e Lucignolo di Antonio Bobò
Nato a Livorno nel 1948, Antonio Bobò vive e lavora a Pontedera,  le sue opere sono state esposte in importanti musei (Pecci di Prato, MOMA di New York, Museo della Permanente di Milano…). Negli anni Novanta   decide di tradurre in immagini le Avventure di Pinocchio: è l’inizio di una ricchissima produzione su cui l’artista riversa la sua fervida immaginazione e l’uso sperimentale di tecniche e materiali molto vari, dall’incisione alla scultura, dal collage a veri e propri progetti editoriali.(fig.6)


7. Jacovitti (tratto da jacovitti.it)
Pinocchio fu un personaggio molto amato da Jacovitti, che lo illustrò 3 volte: due volte nelle illustrazioni a commento del racconto ed una volta ideando una vera e propria storia a fumetti. (fig.7)


8. Maurizio Quarello da Les Aventures de Pinocchio ed Milan
9. Maurizio Quarello (op.cit.)
I luoghi del Pinocchio di Quarello sono senza tempo: l'ottocento della Toscana di Collodi è contaminato dalle pompe di benzina Gulf, dai segnali stradali, dagli abiti borghesi di un gatto e una volpe umanizzati.(fig.8,9).
E per finire un Pinocchio ai tempi dell'Ikea:

10. Pinocchio ai tempi di Ikea (2001) di Anna Citelli
Anna Citelli vive e lavora a Milano dal 1987, dopo essersi trasferita dalla provincia di Bari dove ha  studiato all'accademia di Belle Arti. Si occupa di illustrazione e design; ha partecipato a numerose mostre in Italia e all'estero (fig.10).  

Commenti

  1. Pinocchio ai tempi di Ikea mi ha fatto sorridere!

    Non sapevo che esistessero così tante versioni delle illustrazioni di "Le avventure di Pinocchio". Davvero una bella carrellata.

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