Cappuccetto Rosso e il Club armato per la Libera Infanzia (terza parte)

Il lupo era stato ucciso inutilmente perché la nonna era già morta e poco aveva mangiato dalle sue ossa, il cacciatore aveva ucciso ma poi si era ricreduto e pentito, la Regina non aveva avuto il cuore di Biancaneve e il lupo non aveva mangiato Cappuccetto Rosso, tutto, insomma, era stato inutile o tutto era da rifare. Questo pensava Cappuccetto quando all’improvviso apparve il castello. Candido.
Pippi e Cappuccetto si fermarono al cancello. 
- E voi, cosa diavolo volete?! – 
- Ehm.. noi vorremo parlare con la Regina Biancaneve. 
- E se lei non volesse? Non può rispondere a chiunque si presenti … 
- Tu sei, per caso, Brontolo? 
- Certo che sono Brontolo, perché, vuoi togliermi questa certezza? 
- Oh, niente, era solo per non avere dubbi. 
In quel momento li raggiunge Dotto. 
- Brontolo, chi sono queste signore? 
- Scocciatrici! 
Rivolgendosi alle due ragazze: 
- Scusatelo per il suo temperamento burrascoso, Eolo ha starnutito tutta la notte e abbiamo dormito poco, così chi è già nervoso di carattere, oggi lo è ancora di più. Ma ditemi, cosa vi porta alla nostra proprietà? 
Bisbigliando: Vedi Cappuccetto, questo sarebbe un ottimo portavoce, trasformerebbe tutti i nostri discorsi e le nostre gaffe… 
- Parlare con la regina Biancaneve. 
- Oh, non è ancora Regina, è sempre Principessa. La Regina madre, quasi centenaria, non intende abdicare, sapete ... la…la tradizione. 
- I soliti vecchiacci, vorrai dire. 
- Ehm, se volete dire così. Andiamo vi accompagno da mia madre. 
Cappuccetto e Pippi scesero da cavallo e seguirono Dotto, mentre Brontolo accompagnava il cavallo da Mammolo per poterlo ristorare un po’. 
Porte che si affacciavano su altre porte che portavano su stanze perfettamente quadrate, caminetti senza fuoco e stanze senza fiori. Poi la videro. Esile, alta in contrasto con i figli Cucciolo e Pisolo. Ma dov’era il candore della pelle per il quale era diventata celebre? 
- Sei sicura, Pippi, che sia proprio lei? 
- Certo, succede questo a chi si sposa. 
- Mia mamma non aveva questo colore. 
- Tua mamma era vedova. Cappuccetto…se non entri nell’ottica della rivoluzione femminina, non riusciremo a  portare avanti la nostra battaglia. 
- Certo…hai ragione. 
- Benvenute – disse Biancaneve – avete chiesto di me, possibile? Mi conoscete? 
- Oh certo sì- disse Pippi. 
- Piacere…buongiorno – aggiunse Cappuccetto. 
- Siete due bambine o poco più… 
- Abbiamo 16 e 12 anni. 
- Quanti ne ho io mamma – urlò Pisolo – perché loro sono così alte?! 
- Scusatelo, non ha mai visto bambini della sua età, pensava fossero tutti come lui, adesso…ha capito. 
- Oh! Non sapeva di essere un nano? 
- Cappuccetto come si può sapere di essere nani quando non hai mai visto il tuo contrario? 
- Li metteremo in crisi. 
- In fondo siamo qui per questo. 
- Per mettere …in crisi i miei bambini?!- chiese Biancaneve un po’ turbata. 
- Oh nooo! Ma, in un certo senso…siamo qui per mettere in crisi il sistema. Creare una ribellione, liberare l’infanzia dagli adulti e tu sarai il nostro simbolo … 
- Io?! 
- Certo. Vedi io sono ribelle di natura, Cappuccetto si è ribellata alla fiaba che la voleva vittima del lupo e poi debitrice nei confronti del cacciatore, te invece non ti sei ribellata, hai subito la fiaba così come era stata decisa, mai un moto di ribellione di disubbidienza, insomma Biancaneve, te sei l’esempio negativo da non seguire… 
- Insomma Biancaneve, se tutte le bambine si comportassero come te non ci sarebbe progresso femminino… 
- Esatto Cappuccetto! 
Ecco, fu Biancaneve ad entrare in crisi; aveva sempre pensato che la sua vita fosse felice o, comunque, l’unica per lei e adesso queste due bambine che potevano essere sue figlie la consideravano l’esempio negativo per il progresso delle donne. Biancaneve cadde svenuta, come dormisse. Come avesse di nuovo mangiato la mela avvelenata.


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