La strega e la stufa

Smarritasi nel bosco, una principessa incontra una stufa di ferro in grado di muoversi e di parlare, poiché trattasi in realtà un principe stregato. Quest'ultimo indica alla fanciulla la strada per tornare al castello paterno, facendole promettere di ritornare, liberarlo dalla stufa e sposarlo; la principessa promette e ritorna al castello. Il re, però, non vuole permettere che la sua unica figlia sposi una stufa, così manda una sua serva con indosso gli stessi abiti della principessa, ma la stufa la rimanda indietro. La giovane, messa alle strette, decide di mantenere la parola data, nonostante la riluttanza del padre. Giunta nel bosco, la principessa raschiando il ferro con un pugnale, riesce a liberare il principe, ma non gli promette di sposarlo, poiché, nonostante il giovane sia gentile e di bell'aspetto, ella non conosce i suoi veri sentimenti nei suoi confronti. (da La stufa di ferro, dei fratelli Grimm)
La stufa e la strega.
La strega è spesso inserita in un ambiente domestico: la casetta o capanna, il cibo che prepara all’ospite ignaro, la stufa, il pentolone da cui escono fumi di selvaggina o di pozioni magiche. Secondo l’analisi di Vladimir Propp, la strega offre, ritualmente, il cibo al visitatore che bussa alla porta della sua capanna: può essere il visitatore che la strega vuole aiutare donandogli oggetti magici o l’ospite che la strega è intenzionata a trasformare in un pranzetto; Propp cita le fiabe russe in cui il Principe viene accolto dalla strega e prima di essere da questa interrogato, lei gli offre del cibo, dicendo che solo dopo aver mangiato sarà giusto interrogarlo e sapere qualcosa riguardo alle sue avventure. Nell’ambito europeo non possiamo non pensare alla strega di Hansel e Gretel che apre la porta (di una casetta già appetitosa, in quanto fatta di pan pepato) a due bambini perduti ed affamati che la strega vede come cibo; e anche qui la stufa ricopre un ruolo importante soprattutto nel nostro immaginario.
Hänsel e Gretel in una illustrazione di Theodor Hosemann
Secondo l’analisi di Propp, la stufa (strettamente legata al fuoco che purifica) fa parte di un processo iniziatico. Tra gli aborigeni australiani era uso, per sancire il passaggio dalla fanciullezza all’età adulta, interrare il giovane fino a lasciare fuori solo la testa; questa cavità è proprio la “stufa”. Altri due uomini, accovacciati a terra celebravano il rito della cottura del giovane dentro la stufa. Giunto al termine della “cottura” il bambino era simbolicamente morto ed era nato l’adulto.

Nelle isole del Pacifico credevano che (cita Propp) "l’anima fosse cotta o arrostita in una stufa di terra così come i maiali vengono cotti nella terra e che successivamente fosse messa in un cesto di foglie di palma e portato al dio che il defunto aveva venerato da vivo. Egli doveva essere mangiato ora da quella deità cannibalesca e successivamente, grazie ad un processo inspiegabile, il defunto dilaniato emanava dal corpo della deità e diventa immortale”. In una fiaba russa di Novgorod, un bambino viene mandato a scuola dal “nonnino-del-bosco”; qui le nipoti del nonno accendono la stufa dove il bambino verrà gettato per tre volte perchè solo alla terza volta, quando la stufa raggiunge l’incandescenza, il bambino avrà “compreso” e quindi superato la prova. In un’altra fiaba russa il vecchio del bosco si rifiuta di consegnare il figlio al padre poiché spiegherà: “devo ancora cuocerlo nella pentola”. In entrambe queste fiabe i bambini imparano a trasformarsi in animali e a capirne il cinguettio. Nelle isole Hervey si narra che le anime cadessero nella rete di un essere mostruoso la strega Miru, detta Rossa, per il colore incandescente del suo volto ustionato dal calore della stufa nella quale la strega cuoceva le anime dopo averle nutrite e fatte ingrassare (come il povero Hansel).La stufa, oltre a cucinare e trasformare l'Hansel di turno, cucina e trasforma anche il cibo. Cibo che la strega, come abbiamo detto all'inizio del post, offre all'ospite, Principe, eroe o bambino che sia. Anche l'offerta del cibo riconduce ad un rito di passaggio legato al mondo dei defunti. Pensiamo per esempio alla "tavola delle offerte", che troviamo nel culto egizio, dove veniva collocato il cibo da donare al defunto prima di essere posto nella cripta; al posto del morto veniva utilizzata una statua alla quale, a fine pasto, veniva aperta la bocca, questo faceva simbolicamente affermare che il morto si fosse trasformato in spirito e avesse acquisito le caratteristiche dell'altro mondo. La strega, depositaria di questa ritualità, offre cibo prima di chiedere al suo ospite chi esso sia e quale viaggio stia percorrendo: verso la vita o il mondo dei morti? E' un personaggio da trasformare in una sua personale evoluzione o il suo percorso termina in quella capanna, trasformato nel pranzetto della strega?
Altro post: Il cibo nelle fiabe

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