Il Signor Dettofatto e la riconoscenza degli animali

Sono moltissime le fiabe in cui uomini ed animali si trovano ad associarsi, un esempio noto è il Gatto con gli stivali, dove il protagonista si impegna e lotta perché il suo proprietario raggiunga ricchezza e felicità. Ma il Gatto non lo fa per riconoscenza ma, piuttosto, per evitare di finire male.
Esistono invece delle fiabe dove gli animali dimostrano con i fatti la loro riconoscenza a degli esseri umani per essere stati salvati in qualche situazione di pericolo.
La Regina delle Api, per esempio, dove formiche, anatre ed api sottratte alla malvagità di due fratelli, soccorreranno il terzo fratello, denominato il Grullo, che le aveva precedentemente salvate. Qualcosa di simile accade ne I Fedeli Animali, dove i protagonisti sono un orso, una scimmia e un topo. Tutte fiabe raccolte dai Fratelli Grimm e, sempre dei Grimm, troviamo nella prima edizione delle fiabe, uscite nella raccolta Principessa Pel di Topo, la fiaba Il Signor Dettofatto, probabilmente precedente alle altre due appena citate.
In questa, i tre animali, prima salvati e poi riconoscenti sono: migliaia di uccelli, milioni di corvi ed un pesce. 
Vediamoli più da vicino:
La strada finì, attraversarono i campi e presto si trovarono in un grande bosco popolato di migliaia d’uccelli che facevano un baccano terribile potente nell’aria azzurra.

“Fermi! Fermi!”, gridò Dettofatto. “Non disturbate gli uccelli! Vogliono lodare Dio e poi tornare al mio servizio, svoltate a sinistra!” (da Principessa Pel di Topo, a cura di Jack Zipes, ed Donzelli)
Gli uccelli, pellegrini del cielo, sono spesso coloro che nelle fiabe condizionano le vicende dei protagonisti; pensiamo ad Hansel e Gretel dove gli uccellini che mangiano le briciole lasciate da Hansel per la strada, fanno sì che i due bambini non possano più tornare indietro costringendoli a vagare nel bosco; si pensi poi all’uccellino bianco come la neve che in due bambini incontrano nel bosco e, incantati dal suo cinguettare, lo seguono fino alla casa di marzapane; infine l’anitra che li trasporta al di là del fiume, come un traghettatore che li introduce nella loro nuova vita.
Sono gli uccelli che secondo le arti divinatoria dell’ornitomanzia “rivelano” il futuro; essi, vicini al cielo e al divino, veicolano i messaggi che prima di noi, piccoli Hansel e Gretel, conoscono.
…arrivarono in un grande campo dov’erano appollaiati milioni di corvi che con grandissimo clamore gracchiavano chiedendo cibo.

“Fermi! Fermi!”, esclamò il signor Dettofatto. ”Liberate uno dei cavalli davanti, portatelo nel campo e uccidetelo, che i corvi siano serviti, non voglio che soffrano la fame!”
Il Corvo lo vediamo tra i tre dottori al capezzale del burattino Pinocchio; insieme al Corvo si trova (oltre al Grillo parlante) la Civetta. E nella tradizione, il Corvo è spesso antagonista della Civetta, essendo spesso identificato con il sole e la Civetta con il regno della notte:
Il Panchatantra […] narra del conflitto tra la civetta e il corvo: a proposito del quale, già nel Mahabarata, si dice che la civetta uccide i corvi di notte, mentre questi dormono…
Lo stesso Aristotele, nel suo scritto sugli animali, sostiene che il corvo distrugge il nido della civetta di giorno e questa a sua volta il nido di quegli durante la notte. poiché in altre tradizioni - dall'antica germanica alla pellerossa delle praterie - il corvo è animale "solare", si potrebbe pensare qui a una lotta fra il giorno e la notte. Il corvo, d'altronde, è animale dallo statuto simbolico segnato da una forte bipolarità, e rappresenta anche la notte senza luna, dinanzi alla quale la civetta - illuminata dai suoi grandi occhi e dalla sua astuzia proverbiale - rappresenterebbe invece la notte lunare, quella durante la quale si possono discernere le cose.
Nella tradizione bizantina ed europea, dove questi racconti vengono senza sosta ripresi e rielaborati, talora i ruoli s'invertono: è il corvo che sta per essere proclamato re, e la civetta che invece si oppone. (tratto da Airesis)
…giunsero ad uno stagno dove un pesce implorava afflitto: “Per l’amor di Dio! Levatemi da questa orrenda palude, rimettetemi in un fiume e un giorno vi ricompenserò!” Il pesce neanche aveva finito di parlare che Dettofatto già gridava: “Fermi! Fermi! Cuoco, presto, raccoglilo nel tuo grembiule, cocchiere corri al fiume!” Dettofatto in persona scese dalla carrozzae lo mise nell’acqua, e il pesce felice ringraziò con la coda.
L’altro animale incontrato dal Signor Dettofatto è un pesce. Come gli uccelli conoscono il cielo, così il pesce è conoscitore ed esploratore del mare o meglio, delle acque, legate al mondo inconscio, nascosto all’uomo. (link articolo sulla simbologia del pesce)
Tutti questi animali aiuteranno il Signor Dettofatto nella sua impresa di raggiungere la più bella principessa del Regno.

Urashima Taro, fiaba giapponese in cui il pescatore, catturata una tartaruga 
la rigetta in mare per non privarla della libertà (in una prima versione); il pescatore
interviene a salvare una tartaruga che, sulla spiaggia, viene percossa da dei
bambini (in una seconda versione). La tartaruga, riconoscente, condurrà Taro
 in fondo al mare, nel Regno di una bellissima Principessa con la quale vivrà per 
un tempo indefinito, mantenendo giovinezza e vigore. 

Commenti

  1. Il ruolo degli animali nelle fiabe è sempre importante e carico di simbologie. La loro riconoscenza è spesso più ampia di quella umana anche nella vita reale...

    RispondiElimina

Posta un commento