Jack e la pianta di fagioli o Jack e il fagiolo magico

Jack e la pianta di fagioli (Jack and the Beanstalk) è un racconto popolare inglese, diffuso in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Ne esistono numerose varianti, ed è nota con diversi titoli; in italiano "Jack" è spesso tradotto con "Giacomino". Il racconto è conosciuto anche con il titolo Jack e il fagiolo magico. L'autore originale è ignoto. La prima pubblicazione apparve nel libro The History of Jack and the Bean-Stalk (1807), stampato da Benjamin Tabart (nato nel 1767). In seguito, la fiaba fu resa popolare soprattutto dalla raccolta di favole English Folk & Fairy Tales di Joseph Jacobs.
Jack viene mandato dalla madre vedova a vendere una mucca. Il ragazzo vende l'animale a un vecchio, incontrato lungo la strada, in cambio di 5 fagioli magici. Quando rientra a casa, la madre, su tutte le furie per ciò che ha fatto il figlio, getta i fagioli dalla finestra, per poi punire Jack mandandolo a letto senza cena.
Il mattino seguente, è spuntata un'enorme pianta di fagioli. Jack si arrampica su per la pianta e trova il castello di un orco. All'arrivo del gigante che si annuncia con un: "Ucci, ucci sento odor di cristianucci", il ragazzo si nasconde, con la complicità della moglie dell’orco.
Jack osserva la moglie del gigante preparare una lauta cena per il marito e vede questo contare tanti sacchetti di monete d'oro. Quando il gigante si addormenta, Jack prende un sacchetto.
Il giorno dopo, si arrampica di nuovo sulla pianta e stavolta ruba una gallina dalle uova d'oro che possiede il gigante. Infine, la terza volta, Jack si appropria dell'arpa del gigante, ma lo strumento chiede aiuto e il gigante si lancia all'inseguimento giù per la pianta. Il ragazzo abbatte il tronco e il gigante muore. Sposerà una bella principessa e lui e la madre vivranno a lungo felici e contenti.
Illustrazione di Pavel Tatarnikov
In questa versione i fagioli ricevuti da Jack sono 5 (in altre versioni si racconta di un sacchetto con un numero non precisato di fagioli). Il 5 è considerato il numero dell’elemento vivente, unione del tre (maschile) con il due (femminile); è stato constatato che il 5 sia il numero ordinale dominante nella natura, spesso è il numero di petali di un fiore, tanto che alcuni psicologi hanno definito “rivoluzionaria” la fioritura in primavera, con i suoi innumerevoli fiori con 5 petali. Sembra che però non esista nella formazione dei cristalli (non viventi). E’ così che dai cinque fagioli nascerà la fortuna di Jack.



“Come tutti i legumi, anche il fagiolo era considerato un cibo associato al ciclo perenne della natura, al succedersi di vita e morte e dunque impuro [...] Una eco delle credenze e degli usi che collegano il fagiolo al mondo del rinnovamento naturale, alla “con-fusione” di morti e vivi, al riaffiorare di forze infere, si trovava fino a qualche decennio fa nelle campagne, quando si raccomandava ai bimbi di  non giocare o  attardarsi nei campi di fagioli perché poteva apparire loro il demonio.” (da Florario di Alfredo Cattabiani). In questa fiaba la pianta di fagiolo collega come un ponte il mondo terreno con il mondo celeste abitato dai giganti. Jack potrà salire fino al cielo ma il gigante, nel momento in cui prova a scendere sulla terra, utilizzando la pianta di fagiolo, verrà sconfitto e ucciso da Jack: un modo, probabilmente, per rassicurare i bambini che i mostri possono essere sconfitti e, comunque, non sono qui sulla terra; ma, andando oltre, così leggiamo nel Corpus Hermeticum  “nessuno degli dei celesti, lasciata la frontiera del cielo, scenderà sulla terra” […] “non c’è niente in comune tra le cose del cielo e quelle della terra” (X, 25), a sottolineare una netta separazione tra cielo e terra.
 Per quanto terra e cielo siano separati, tuttavia, la ricchezza di Jack ha le sue radici in terra (dove si trovano le radici della pianta) e arriva al cielo, ed è lui stesso che va a prenderla; è una ricchezza che aumenta, non solo per quantità ma anche per qualità: da una delimitata quantità di denaro, diventerà poi una gallina dalle uova che produce continua ricchezza; infine l’arpa che non produce denaro ma è creatrice di musica e quindi preziosa non solo perché d’ oro.
La gigantessa ricorda l’orchessa della fiaba di Pollicino, o della nonna del diavolo nella fiaba I tre capelli d’oro del Diavolo;  questa, infatti, aiuta Jack a sfuggire al marito orco, non arriva ad essere completamente sua complice, in quanto non aiuta il bambino ad arricchirsi o a sottrarre gli averi all’orco, ma si limita a nasconderlo, a suggerirgli come poter sfuggire all’orco. E’ proprio la donna che mette in guardia Jack del fatto che il marito sia un orco, ossia cannibale di bambini. Spesso, nelle fiabe in cui la donna riveste il ruolo di compagna di un orco o demone, tende a non essere sua complice ma a rivestire il ruolo di protettrice, ovvero a riprendere il suo ruolo materno, nei confronti della vittima; diversamente quando la donna è sola (vedi Baba Yaga o la vecchia di Hansel e Gretel) tende ad essere carnefice del mal capitato.


Commenti

  1. Molto bella questa retrospettiva, amo il simbolismo che si nascono nelle fiabe, ma la mia domanda è: chi le ha create, inventate... lo ha fatto apposta, volutamente?

    Moz-

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    1. Grazie Moz! Il bello delle fiabe, e quindi la difficoltà di rispondere alla tua domanda, è che spesso non c'è un "chi" le ha create in quanto sono il risultato di credenze, insegnamenti e cultura popolare di secoli, anzi, millenni; viaggiando nel tempo si sono modificate prendendo nuove caratteristiche del luogo e del tempo. Penso che le fiabe siano state veicolo di insegnamenti e che poi si siano diffuse a livello popolare, non credo fossero indirizzate ai bambini. :)

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    2. Sì, probabile che non fossero storielle per bambini.
      A questo punto, forse le cose che raccontano sono quasi innate, archetipi veri e proprio derivanti da un paganesimo naturalista della vita.

      Moz-

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    3. Sì, credo anch'io che sia così o, comunque è l'interpretazione che seguo nell'analizzare le fiabe :)

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  2. Anche in questo caso, hai fatto luce su una fiaba che conoscevo benissimo, ma della quale mi sfuggiva molto, a quante pare :D Mi è piaciuta in particolare l'analisi sul rapporto terra-cielo, davvero interessante.
    E che meraviglia l'illustrazione *__*

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    1. Il rapporto terra-cielo mi affascina, c'è chi sostiene che "ciò che è sopra è sotto" e chi sostiene ci sia una netta separazione tra i due mondi (o sono solo uno? chissà!) Grazie mille:)

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  3. Che bel post! E che bel blog! Mi piace quest'idea di analizzare il simbolismo delle fiabe! E' sempre affascinante scoprire che dietro a storielle fantastiche si nascondono altri significati profondi e antropologici. In tutte le grandi opere d'arte e letterarie c'è del simbolismo e per riuscire a riconoscerlo bisogna fare vere e proprie indagini! Marcella Andreini, sei l' "indagatrice della fiaba" :-).
    Ti seguo... ;-)

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    1. Grazie e ben venuta Kiarel86! "Indagatrice della fiaba" mi piace davvero...:)

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